Giacomo Sferlazzo
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"Sono nato ad Anzio il 20/05/1980 perché a Lampedusa nessuno può più nascere dalla fine degli anni settanta non essendoci un ospedale. L'unico rimpianto che ho ad oggi è non essere nato sulla mia isola."
BIO
Si diploma al Liceo Artistio Eustachio Catalano di Palermo nel 1998. Nel 2003 frequenta il corso di “Comunicazione e stampa artistica” organizzato dall'Irescogi a Milano. Nel 1997 forma a Palermo, insieme ad altri musicisti ed intellettuali, il suo primo gruppo di musica teatro “Le piume di Piombo”.
Come cantautore ha inciso 6 album e partecipato a diversi progetti collaborando con altri musicisti tra cui Jacopo Andreini, Nicola Alesini, Achref Chargui, Daniele Sepe, Marzouk Mejrii, Luca “Zulu” Persico, Piergiorgio Faraglia, Alessandra Parisi, Marc De Dieux, Stefano Giaccone e Peppe Frana.
Suona la chitarra, il marranzano e strumenti percussivi.
Ha realizzato la “chitarra conchiglia” e la “chitarra albero” che ha utilizzato nell'album “Arrispigghiativi” (2018) e utilizza nel suo spettacolo Lampemusa.
Ha suonato in centinaia di concerti in tutta Europa tra cui: “Il Premio Tenco Ascolta” a Provvidenti (2008), “Fondazione Forma per la fotografia” a Milano (2010), nel 2014 al 1 Maggio” di Zurigo, al Teatro Paravento di Locarno; a Marsiglia a Casa Consolat; al Malta Mediterranean Literature Festival; al Gorki di Berlino, a St. Pierre D’Entremont nella Salle Notre Dame, nel 2015 al Réfugiés de La Chapelle en Lutte a Parigi; al Centro Culturale Eugenio Curiel in Lussemburgo; a Bruxelles all'Èno Atelier; all'école Saint-Jean a Strasburgo con l'associazione Three Mothers Films et Caffé Italia Off; a Niscemi al Campeggio No Muos; ad Amsterdam al MixTree, a Bolzano alla Summer School Südtirol, nel 2016 a San Remo al Premio Tenco nell'ex chiesa di Santa Brigida, al centro culturale Mikelazulo ad Errenteria nei Paesi Baschi, al centro sociale Cox 18 a Milano, Nel 2017 viene invitato ad esibirsi per i 45 anni di attività del centro di formazione e vacanze di Salecina a Maloja (Svizzera) con il cantautore di Basilea Aernschd Born e il 25 aprile a Fosdinovo nel 2017 al Rescursor d'Animaciç Intercultural di Barcellona e in molti altri concerti e spettacoli tra cui ricordiamo le recenti esibizioni al Museo internazionale delle Marionette di Palermo (2020) e alla V edizione dei Festival dei cantastorie siciliani a San Gregroio di Catania (2022).
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Come artista visivo ha sperimentato diverse tecniche: pittura, scultura, video, riciclo di materiali. Nel 2005 comincia a lavorare con gli oggetti lasciati a Lampedusa dalle persone migranti. Dal 2009 con il collettivo Askavusa comincia a raccogliere in maniera sistematica gli oggetti appartenuti alle persone "migranti" di passaggio da Lampedusa, prevalentemente nella discarica dell'isola dove vengono ammassati i barconi utilizzati per la traversata del mediterraneo. Oltre alla conservazione e all'esposizione degli oggetti all'interno di PortoM, Sferlazzo comincerà una serie di installazioni ed opere utilizzando gli oggetti "migranti".
Nel 2010 A Roma, al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini” con “La parola è bussola” un'installazione di Giacomo Sferlazzo e Costanza Ferrini in collaborazione con il collettivo Askavusa. Nel 2013 è invitato all'inaugurazione della mostra Wanderarbeit: Mensch - Mobilität - Migration che tratta di lavoro e immigrazione al The Lage Brickworks una delle sedi del LWL il museo dell’industria e del lavoro tedesco, in cui con il collettivo Askavusa partecipa con l'esposizione di alcuni "oggetti migranti" e tiene un concerto voce e chitarra, la mostra sarà itinerante in Germania fino al 2015. Nel 2014 con il collettivo Askavusa realizzerà un’installazione permanente al MAAM Museo dell’altro e dell’altrove di Metropoliz a Roma e una installazione alla Casa Consolat a Marsiglia , nello stesso anno espone a Fondo (Val Di Non), la mostra è curata da Sara Covi e Michele Bellio in collaborazione con il collettivo Askavusa e l’associazione culturale Archivio Storico di Lampedusa.
Nel 2015 insieme al collettivo Askavusa espone a Zurigo alla Rote Fabrik in occasione del Lampedusainfestival a Zurigo. Nel 2016 viene invitato insieme al collettivo Askavusa da Lisa Regazzoni per la conferenza Passati senza traccia scritta al Goethe-Universität Frankfurt am Main, Deutsches Historisches Institut Paris, dove oltre a intervenire sull'esperienza del collettivo Askavusa, realizzerà un'installazione con gli "oggetti migranti". Dalla conferenza Lisa Regazzoni realizzerà il libro Schriftlose Vergangenheiten.
Nel 2016 Giacomo Sferlazzo partecipa alla mostra Welcome to the jungle che si è tenuta dal 25 marzo al 3 aprile 2016 a Romanville (Francia). L’opera esposta "La gabbia della cultura" è stata realizzata con un quaderno recuperato nel campo autogestito di Calais che Sferlazzo ha visitato insieme a Corine Pagny (artista del collettivo Art in the jungle) Annalisa D’ancona (collettivo Askavusa) e il fotografo Albano Franzoso, con cui faranno visita anche al campo Grande Synthe.
Della sua arte si è parlato in diversi libri, riviste, trasmissioni e tesi di laurea, ricordiamo: Reframing Migration. Lampedusa, Border Spectacle and the Aesthetics of Subversion di Federica Mazzara (2019) e Mediterranean Artivism: art, activism, and migration in Europe di Elvira Pulitano (2022). La sua opera "Santa Cecilia dei morti in mare" è stata acquisita dalla Stiftung Geschichte Der Bundesrepublik Deutschland ed esposta in maniera permanente nello Zeitgeschichtliche Forum Leipzig.
Dal 2017 ha cominciato ad approfondire l'arte popolare siciliana dedicandosi allo studio dell'iconografia legata al ciclo carolingio dalla pittura dei cartelloni dei cantastorie a quella dei carretti, ricerca che è ancora in atto.
Nel campo del video ha realizzato diversi cortometraggi e video musicali collaborando con il videomaker lampedusano Salvatore Billeci. Nel 2004 ha partecipato come comparsa nell'ultimo film di Vittorio De Seta “Lettere dal Sahara”. Ha partecipato alla realizzazione di diversi documentari con diversi ruoli: sono stati utilizzati alcuni dei suoi brani musicali in Viaggio a Lampedusa di Giuseppe Di Bernardo (2010) e “Lampedusa siamo noi” di Manuele Mandolesi e Matteo Del Bò (2015) in The Last Shore - Fino all’Ultima Spiaggia di Fabrizio Basano (2011) e “Lampedusa in Winter” di Jakob Brossmann (2015) si racconta dell'attività della raccolta e conservazione degli “oggetti migranti”. Ha partecipato al documentario "L'urlo" di Michelangelo Severgnini sia contribuendo alla colonna sonora che con un'intervista. Collabora da anni con Libera Espressione del videomaker lampedusano Antonino Maggiore con cui ha realizzato diverse video-inchieste tra cui quella sulla strage del 3 ottobre 2013 a Lampedusa.
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Nel libro "Propaganda Lampedusa. Immaginario audiovisivo e narrazioni ideologiche" (2022) di Alessandro De Filippo si citano suoi articoli e del collettivo Askavusa e la canzone "Vivere è impossibile". Nel libro in due volumi 33 Isole di Lucio Bellomo in uscita il 16 marzo 2023 per l'editore Mursia viene riportato il testo del brano "Come un mare gravido di sogni" e un'intervista.
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Con il collettivo Askavusa ha organizzato dal 2009 al 2015 il Lampedusainfestival a cui era associato un premio per documentari audiovisivi. Nel campo del teatro ha collaborato con la compagnia di Lampedusa “Il gabbiano” realizzando le musiche di alcuni spettacoli tra cui “Cuntu e cantu la radica”. Dal 2013 ha realizzato e messo in scena in tutta Italia lo spettacolo: “Lampemusa: storie e memorie in mezzo al mare. Canzoni e racconti sull'isola di Lampedusa”. Dal 2017 si occupa delle forme di teatro popolare siciliano collaborando con il puparo Enzo Mancuso di Palermo che è suo maestro nell’arte dell’opera dei pupi. Ha tratto dall'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto “U cuntu” della “Battaglia dei tre contro tre a Lampedusa” che ha messo in scena in diverse occasioni tra cui lo spettacolo al Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino di Palermo nel 2020.
Ha realizzato “La leggenda di Andrea Anfossi” una cantata da cantastorie per cui ha dipinto anche il cartellone. Naufraghi, corsari, eremiti, schiavi e madonne sono le figure che popolano questa storia meravigliosa che ha il suo cardine nel luogo più importante di Lampedusa ovvero il Santuario della Madonna di Porto Salvo, dove proprio durante le festività della Madonna di Porto Salvo di Lampedusa ha interpretato la cantata insieme a Jacopo Andreini, Giovanni Costantino e Achref Chargui in occasione della messa in posa all'interno del Santuario di una statuetta della Madonna in legno ritrovata a Lampedusa su una barca di persone migranti proveniente dall'Africa e donata da Askavua alla comunità dell'isola.
Con il collettivo Askavusa ha acquistato i pupi dell'ultimo puparo di Lampedusa “Il conte” in fase di restaurazione grazie alla collaborazione del Teatro Carlo Magno di Palermo di Enzo Mancuso. Con i pupi del Conte ha riadattato due favole della tradizione siciliana: Colapesce” (2019) e “La bedda dalla stella d'oro” (2020) messe in scena a Porto M con la compagnia “Brandimarte”. A dicembre del 2020 ha messo in scena lo spettacolo di opera dei pupi tradizionale "Agricane il re dei Tartari" con il giovane puparo Nino Mancuso e la compagnia Brandimarte. A settembre del 2023 la compagnia di Enzo Mancuso con la compagnia Brandimarte di Giacomo Sferlazzo hanno messo in scena a Lampedusa "La battaglia dei tre contro tre" tratta da Ludovico Ariosto e ambientata a Lampedusa.
Ha collaborato con diverse riviste tra cui “Mamma”, “Ellin Selae” e il “Pizzino”.
Ha organizzato diverse manifestazioni culturali sull'isola di Lampedusa e diversi incontri nelle scuole dell'isola per il recupero della memoria della comunità.
Nel 2019 ha organizzato nel Centro Diurno per persone con problemi psichici di Lampedusa un corso di scrittura di canzoni con i frequentatori del Centro Diurno.
Sono innumerevoli le sue attività nel campo sociale ricordiamo la creazione del Comitato dei Genitori nel 2008 attraverso cui si ottenne la riaperture dell'Asilo di Lampedusa, le attività del collettivo Askavusa contro la militarizzazione dell'isola, per una comprensione delle migrazioni in chiave storico-politica e per la salvaguardia e la cura dell'ambiente, in particolare l'informazione e la sensibilizzazione della comunità sui temi della gestione della nettezza urbana e l'inquinamento elettromagnetico. Con il progetto LampedusaResiste sono state avviate diverse giornate di pulizia dell'isola e sono state realizzate due mappe interattive: una sulle installazioni militari e l'altra sulle discariche abusive di amianto e materiali edili e la fondazione del Comitato di Lampedusa per la Salute Pubblica e Ambientale dove attualmente riviste la carica di segretario.
Nel 2023 pubblica un nuovo album dal titolo "Comu na nuci dintra un saccu" collaborando per la parte grafica e gli allestimenti per i concerti con l'artista Nicoletto D'Imperio in arte Kalura.
Attualmente, a PortoM, insieme alla nuova associazione I figli di Abele sta portando avanti una serie di iniziative per il recupero delle memorie dell'isola e delle tradizioni popolari siciliane. Con il Comitato di Lampedusa per la Salute Pubblica e Ambientale si sta occupando di questioni legate alla salute e all'ambiente con una particolare attenzione all'inquinamento elettromagnetico e al preoccupante aumento di tumori nella comunità lampedusana.
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Con il puparo Enzo Mancuso sta realizzando lo spettacolo "Ahmed di Redeyef" con pupi realizzati con legni e vestiti "migranti" recuperati dal collettivo Askavusa a Lampedusa.